L’intenso sapore dolce che viene dal terreno vulcanico ricco di minerali è un tratto distintivo del Pistacchio di Bronte, cittadina situata alle pendici dell’Etna.

Secondo fonti scritte gli Arabi portarono il pistacchio in Sicilia a metà del XIV secolo, al inizio solo nella zona di Agrigento e di Caltanissetta, poi a Bronte.
Il termine dialettale “frastuca” deriva dalla parola araba “fustuaq” che significa appunto pistacchio.
Questa specie di pistacchio è di un intenso verde smeraldo e per questo viene definito l’oro verde di Sicilia.
La coltivazione in quest’area è un processo lento che richiede molta dedizione e duro lavoro.
La raccolta del pistacchio di Bronte avviene approssivativamente ogni 2 anni da fine agosto a fine settembre. Per 30 giorni, i paesi sono deserti, giovani e anziani vanno ancora nelle loro proprietà a scuotere i rami e a raccogliere i preziosi frutti per metterli amorevolmente ad asciugare.

I pistacchi sono considerati un energy cocktail, contengono calcio, ferro, magnesio, fosforo, vitamine, aminoacidi and solo 600 calories  ogni 100gr; quindi un cibo salutare. Nella medicina tradizionale era una pratica comune usare l’infuso delle bacche come bibita rinfrescante e nel passato questo frutto veniva considerato un afrodisiaco.

In Sicilia, la produzione del pistacchio è limitata e quindi il suo prezzo è alto rispetto a quello coltivato per esempio in Iran.  Questa varietà di pistacchio viene usata soprattutto per i dolci (gelati, creme o biscotti).